Dormi già tre ore, dopo essere rincasato, col gatto che ti si è accovacciato accanto, perché comprende, da qualcosa che si è polverizzato insieme al tuo odore, che hai necessità di quiete. Funziona e, quando ti svegli e t’accorgi che devi ancora cenare, stenti a volerlo disturbare dal suo sonno. Lo accarezzi, lo riporti dolcemente su dal torpore e ti alzi.
Prepari la carne, con la pace ancora dentro e la mantieni centrandoti sul respiro. Un po’ d’olio, qualche goccia di aceto balsamico e ti godi l’attimo, il benessere di quel profumo che comincia a venir su, dal suo sfrigolare, e ad allargarti le narici e farti respirare con più piacere.
Ti servi su un piatto la carne, ti versi una birra speziata, vai alla finestra e pensi alla Luna; a quanto deve essere bella oltre le nubi che tappezzano il cielo; a quel cielo stellato oltre le nubi, che comunque c’è, che comunque ti parla e ti ascolta, che comunque risplende e ti fa risplendere. Nel mentre il gatto è tornato sul letto, dopo averti seguito per un po’ nel tuo giro, tra il bagno e la cucina, e averti accompagnato con lo sguardo nella preparazione della cena. Ora, dorme di nuovo.
Gusti ogni morso di tutto questo, di tutto quello che giunge ai tuoi sensi: la carne; la musica che hai messo per la meditazione; il profumo dell’incenso; il soffio di luce delle candele.
Ogni sorso di birra lo lasci scorrere lungo la gola e ne senti il refrigerio sul petto. Ti rigenera, col suo sapore speziato, ti ridesta alle percezioni più profonde. Ritorni a quello che hai pensato rincasando, qualcosa che sapeva di letto o udito: impara l’arte e mettila da parte, dicono. Dicono anche di studiare. Studiare per qualcosa che ti possa dare sostentamento, però a questo hai voluto aggiungere che occorre anche che l’arte possa tornare di tanto in tanto per renderci vivi, riflessivi, tenerci a galla in questa vita che, per lo più, tende a sommergerci in queste onde di variabili avvenire. C’è del meraviglioso nell’imperscrutabilità di tutto questo, ma ne verremmo schiacciati se non esistessero la poesia, la musica, la pittura e tutte le altre forme d’arte a distoglierci da quel quotidiano che non si conforma a noi. Assimila l’arte e sentila tua parte.
Finirò questa notte – intanto che sono tornato in me e la terza persona mi è rimasta accanto, o nascosta, a osservarmi – ancora dedicandomi a me stesso, beneficiando di tutto quello che ho assimilato affinché il mio corpo, la mia mente, le mie emozioni e il mio spirito si fondano in un unico specchio per restituire a tutto il mio sentire l’immagine più autentica e integra della mia natura. Quell’immagine la quale, ogni volta che l’osservo, sa rendermi sempre qualcosa di più: una conoscenza più intima e profonda di quello che sono. Finalmente, tornerò a dormire anche io, accovacciandomi accanto al gatto.
E con questo vi saluto, vi auguro la buonanotte e vi invito a uscire fuori e a cercare la Luna o a fare qualcosa per rendere questa sera una sera piena di voi stessi.