11 settembre 2001 – Oggi il mondo è più silenzioso.
Accadde dopo pranzo.
Mia madre entrò in camera, mentre ero al PC. Non ricordo se stessi studiando o facendo altro.
Mi disse di un aereo precipitato a New York e andai con lei in cucina, proprio mentre una telecamera inquadrava l’arrivo del secondo aereo e capii che non poteva trattarsi di una coincidenza, pur non avendo in quel momento chiaro cosa potesse esserci dietro, e che, per molti versi, non è chiaro ancora oggi.
Da allora si è parlato molto, di trame, di odio, di complotti, tuttavia da allora il mondo è più silenzioso, e molti dissentiranno su questo, ma io lo sento così…
Come quando una torre crolla e non resta più nessuno a udire il boato della terra che l’inghiotte assieme.
Quante lacrime quel giorno, quante oggi, e dentro ogni istante che lo richiama alla memoria. Gocce, che a metterle insieme si formerebbe un mare, come quelle persone, precipitate, che di un mare erano solo gocce ma che, senza colpa o onore, hanno firmato, con il loro nome, la storia. Non fu solo la fine della pace, fu l’annientamento di ogni fede. Eppure è dalla distruzione che si può rinascere più forti, che si possono debellare le regole assordanti di un potere arrogante che, non potendo vincere con leggitimità, uccide rivelando quanto, in realtà, sia fatto di vili, deboli e inetti e come tali, capaci di vincere solo così: uccidendo i forti che hanno nel cuore il valore della vita, delle emozioni e la fede nel domani, e che sono molto più numerosi dei primi. Ma quando la paura sarà passata e il mondo uscirà dal silenzio, allora, in quel momento, potremo cantare che siamo tutti dei sognatori e che il mondo è un sogno che abbiamo saputo, infine, costruire.Fabio Privitera – in ricordo del 11 Settembre 2001